Povertà in Italia, Caritas: facendo rete si può andare “oltre l'ostacolo" del Covid

Scritto da AmministratoreSITO

Presentato sul sito della Caritas italiana il 20.mo “Rapporto sulla povertà ed esclusione sociale” che fotografa la situazione vissuta nel 2020, anno segnato fortemente dalla pandemia.

Un'indagine che fa emergere criticità forti ma anche un grande impegno nel mondo del volontariato. Walter Nanni: "ha funzionato il lavoro in rete". Lanciata l'Agenda Caritas per il riordino del Reddito di Cittadinanza .

Le ombre sono nei dati dei centri della rete Caritas in Italia: nel 2020, l’anno più duro della pandemia, il 44 per cento dei bisognosi che hanno chiesto aiuto l’ha fatto per la prima volta. Ma già nei primi mesi del 2021, il 70 per cento di questi “nuovi poveri” non ha più fatto ricorso ai servizi Caritas.  Chi invece ancora chiede sostegno entra nel milione in più di poveri assoluti rispetto al pre-pandemia, che secondo le statistiche dell’Istat, portano al valore record di 5,6 milioni di poveri in Italia, pari a 2 milioni di nuclei familiari.

Sono alcuni dei nuovi dati contenuti nel “Rapporto Caritas sulla povertà ed esclusione sociale in Italia” per il 2021, diffuso questa mattina sul sito www.caritas.it  e sul nuovo www.italiacaritas.it , alla vigilia della Giornata internazionale di lotta alla povertà, indetta dalle Nazioni Unite per il 16 ottobre. La luce più forte evidenziata nel Rapporto, intitolato “Oltre l’ostacolo”, è “la capacità della comunità dei credenti di farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate nel corso della pandemia da Covid-19”, che, si legge nell’introduzione, “si è andata a incrociare con le risposte istituzionali offerte a livello nazionale ed europeo, dando luogo ad una serie di triangolazioni positive, che hanno evidenziato una grande capacità di lavorare in rete, assumendo responsabilità diverse ma condivise”.

Alessandro di Bussolo 

 

 

 

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