Non credo che si muoia soli... Tutto si basa sul colore del tempo, del tempo interiore, naturalmente. Se per noi la morte è una caduta nel nulla, il tempo assume il colore dell’angoscia. Se si tratta invece dello sfociare nella luce, allora il colore è quello della speranza. Il tempo o piuttosto l’istante.
Per l’anziano come per il bambino non esiste domani, è oggi stesso che la fede può trasformare l’angoscia in speranza, la morte in Risurrezione. Essere nella Chiesa ci libera dalla preoccupazione della continuità: ad ogni modo, ciò che è essenziale continuerà, la comunione dei santi, che talvolta mi colpisce, non può essere interrotta. Certamente, quando l’età avanza ci impedisce di combattere e di servire, arriviamo a sentire con particolare intensità il dolore degli uomini.
Al riguardo vorrei capovolgere il verso di una poesia di Rilke: «Chiunque ora piange nel mondo piange su di me», scrivendo: «Chiunque ora piange nel mondo, sono io che sto piangendo». Ed è vero, vedendo e ascoltando certe cose mi capita di piangere, in modo del tutto sciocco e ridicolo. Eppure so che la Risurrezione di Cristo avrà l’ultima parola. […] Non credo che si muoia soli: Cristo ci attende, attende l’uomo nella morte più solitaria e disperata. Di certo, se Dio lo permette, è meglio che non cessino per noi, negli ultimi momenti, la preghiera e la vicinanza delle persone care […]. Fondamentale può essere la presenza di un amico, soprattutto di una donna, come maternità ultima. Un tempo, come ha mostrato Philippe Ariès, il morente organizzava la propria dipartita secondo un rituale vero e proprio: riuniva intorno a sé parenti e amici, esprimendo loro le ultime volontà insieme ad alcune parole di pace e di speranza. Accade anche oggi, ma sempre più spesso si finisce per morire in ospedale, privi di coscienza e soli. A che cosa potrebbe servire un epilogo? Meglio rileggere i due brevi racconti di Tolstoj in cui dice quanto di più importante sulla morte: La morte di Ivan Il’ic e Padrone e servo. In entrambi i casi si raggiunge la metanoia, doloroso stravolgimento del cuore che porta a dare la propria vita per l’altro.
Olivier Clément Memorie di Speranza
Fonte (San Bonaventura Informa Marzo 2020 )